verdi del trentino
    Lucia Coppola - attività politica e istituzionale
   

  Legislatura provinciale
2018-2022
attività consiliare

Comune di Trento
dal 2008 al 2018
attività consiliare

articoli
dalla stampa
dal 2020 al 2021

articoli
dalla stampa
dal 2014 al 2019

articoli
dalla stampa
dal 2008 al 2013

   

torna a precedente

   

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

     



Trento, 21 giugno 2016
IL CASO JO COX
SE SI MUORE PER I PROPRI IDEALI
di Lucia Coppola, dal Trentino di martedì 21 giugno 2016

Credo che nessuna, nessuno di noi sia rimasto indifferente di fronte al barbaro assassinio della deputata Jo Cox. La deputata laburista uccisa dal killer neonazista Thomas Mair che, ben lungi dal pentirsi per il gesto efferato, lo ha rivendicato con forza nell'aula del tribunale al grido di “Gran Bretagna libera”.

Ha reso così evidente sia il suo stato mentale gravemente disturbato che la sua terribile ideologia. Nello stesso giorno in cui la donna è stata uccisa, il leader dell'Ukip, Nigel Farange lanciava un poster a sostegno della Brexit nel quale si vedono fiumi di profughi incolonnati, pronti a invadere. Il titolo è: “L'Europa ci ha traditi”. Per questo manifesto, condannato da tutti i partiti democratici, conservatori, verdi, laburisti, libdem e da vari leader, Farange è stato denunciato per incitamento all'odio e razzismo.

In un clima arroventato, a pochi giorni dal voto, che ha visto momentaneamente sospesa la campagna referendaria a causa dell'omicidio della deputata, il Regno Unito si appresta a decidere del suo futuro, fuori o dentro l'Europa. In una bella intervista uno dei più importanti scrittori britannici, Hanif Kureishi, nato a Londra da madre inglese e padre pakistano, accusa l'imbarbarimento del dibattito politico, il suo linguaggio violento.

Rimarca che si dovrebbe ricordare che la ricchezza del paese è stata costruita anche sul colonialismo, e poi sugli immigrati dai Caraibi, dal Pakistan, dal Bangladesh, mentre nella stessa Londra eserciti di immigrati fanno funzionare giorno e notte la città.

Dunque più che una questione economica, come potrebbe inizialmente apparire, si tratta più di una questione politica in senso stretto, valoriale, legata all'identità culturale. E legata all'identità di genere, a quanto pare.

Non a caso, tra tutti i deputati contrari all'uscita del paese dall' Europa, il killer ha deciso di uccidere una giovane donna impegnata nel campo dei diritti umani, dell'accoglienza, dell'integrazione.

Senza rendersi conto che l'Europa è già un luogo multirazziale e multiculturale. L'identità europea è già cambiata. Una donna , dicevamo. Una mamma, col sorriso aperto di chi conduce una buona vita, al servizio degli altri, di chi non innalza barriere, di chi incoraggia i giovani all'incontro, al dialogo, alla conoscenza reciproca e allo scambio.

La sua famiglia l'ha ricordata, con lo strazio nel cuore, con amore e nobiltà d'animo, come certo Jo avrebbe voluto.  La sorella ha detto: «Era un essere umano, era perfetta. Una donna  positiva il cui desiderio, da sempre, era che tutti fossero felici».

Glielo si legge negli occhi. Per chi, invece, l'odio lo esprime a parole e lo pratica, è stato più semplice indirizzarlo contro una giovane donna, colpevole anche di non starsene zitta e buona a casa a coltivare rose e cucinare torte. Cose che probabilmente lei comunque faceva, perché solitamente chi si occupa di cose “grandi” sa fare e apprezzare della vita anche le cose minute.

La gran parte di coloro che fanno politica con la ragione e col cuore è costituita da gente perbene che fa del suo meglio secondo i propri valori. Così era Jo Cox, e chi l'ha amata e stimata  sottolinea che in lei non vi era nessuna eccezionalità, solo una coerente, bella e intensa normalità.

In questo periodo storico le donne, tutte indifferentemente e sotto tutte le latitudini, stanno pagando lo scotto della propria ricerca di libertà di azione e di pensiero in ambito familiare, sociale e politico. Si occupano di diritti, forse più degli uomini, perché ne sono ancora sovente escluse e perché anche quelli acquisiti vengono continuamente messi in discussione. Perché conoscono la fatica di vivere testimoniando la necessità dell'incontro, della negoziazione, della saggezza, del buon senso che applicano normalmente alla quotidianità.

E questo dà fastidio, soprattutto alle frange più estreme e radicali della destra. Jo era una persona coerente, concreta, un' idealista che non si nascondeva i problemi ma pensava che vanno governati.

Il suo ultimo tweet diceva: «L'immigrazione è una preoccupazione legittima, ma non è una buona ragione per abbandonare l'Europa».

Tutti si sono resi conto che qualcosa di molto brutto è entrato nella politica britannica e non solo. Sentimenti negativi, egoismo e paure spesso ingiustificate stanno alla base di questo assassinio, della persecuzione che la deputata stava subendo solo perché portatrice di idee di pace e fratellanza.

L'assassino deteneva stemmi e libri di letteratura nazista, aveva rapporti con la National Alliance, organizzazione americana di estrema destra, suprematista e antisemita.

“Britain first”, la sigla con la quale l'uomo ha inteso rivendicare il suo gesto folle è un'organizzazione xenofoba. In molti pensano che quanto accaduto a Jo Cox condizionerà il voto. Staremo a vedere. Per ora possiamo dire che un'altra giovane vita, la vita di una donna, è stata spezzata per motivi ideologici ma anche sessisti, dentro un mondo che si chiama civile ma nel quale la vita di troppe donne è appesa a un filo.

Soprattutto quando decidono di partecipare, dire la loro, emanciparsi. In una parola, di vivere.

Lucia Coppola

 

      Lucia Coppola

LUCIA COPPOLA

BIOGRAFIA
E CONTATTI


  
   

© 2000 - 2022
VERDI DEL TRENTINO

webdesigner:

m.gabriella pangrazzi
 
 

torna su